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Il trattamento basato sulla mentalizzazione per i bambini.

Un approccio time-limited


di Francesca Locati

psicologa e psicoterapeuta


La mentalizzazione è un costrutto teorico ed empirico che negli ultimi anni si è affermato nella letteratura clinica e dinamica, contribuendo a interpretare meglio i processi che coinvolgono la psicopatologia dell’adulto e quella evolutiva (Fonagy, 1991; Fonagy, Gergely, Jurist & Target, 2002; Choi-Kain & Gunderson, 2008). La mentalizzazione è definita come la percezione (implicita o esplicita) e l’interpretazione delle azioni proprie e degli altri come dotate di intenzionalità, vale a dire mediate da stati mentali o processi psichici (Bateman & Fonagy, 2004). In questi termini, la psicopatologia può essere considerata il riflesso di una inibizione del mentalizzare o di un fallimento originario del suo sviluppo, mentre la psicoterapia può essere concepita come un tentativo di ripristinare o innescare le stesse capacità mentalizzanti. La mentalizzazione, infatti, inscritta in una cornice psicodinamica, è alla base del modello di Bateman e Fonagy e del loro MBT-Mentalization-Based Treatment (Bateman & Fonagy, 2004), del quale negli anni sono state fornite diverse prove di efficacia (Bateman & Fonagy, 1999, 2009; Clarkin, Levy, Lenzenweger & Kernberg, 2007; Levy et al., 2006).

È importante sottolineare come le capacità di mentalizzazione verrebbero costruite nel corso dell’infanzia attraverso il processo di rispecchiamento materno, che promuove lo sviluppo della realtà psichica del bambino (Bateman & Fonagy, 2004). Tuttavia, solo negli ultimi anni sono emersi i primi tentativi di adattare la teoria e la pratica psicoterapeutica orientata alla mentalizzazione al mondo dell’infanzia. Più nello specifico sono stati dapprima ideati modelli di intervento per la famiglia (MBT-F, Asen & Fonagy, 2011) e per gli adolescenti stessi (MBT-A, Rossouw & Fonagy, 2012).

Più recentemente, invece, è stata introdotta una nuova modalità di intervento MBT rivolta ai bambini in età scolare (Midgley, Ensink, Lindqvist, Malberg & Muller, 2017) ed ispirata alle più recenti revisioni empiriche sull’efficacia delle terapie psicodinamiche in età evolutiva (Midgley et al., 2017).

L’MBT-C time limited (Midgley, Ensink, Lindqvist, Malberg & Muller, 2017) è strutturato in 12 sedute, si rivolge a bambini dai 6 ai 12 anni con ampia gamma di problematiche cliniche, quali depressione, ansia e difficoltà relazionali, con ottimi risultati preliminari (Midgley et al., 2017). Sempre nell’ottica di perseguire i modelli empirici di efficacia in questo ambito, la struttura MBT-C offre ai/al genitore del paziente un percorso parallelo di 12 sedute per rafforzare la funzione riflessiva genitoriale.

L’obiettivo della MBT-C è quello di attivare i processi di miglioramento della mentalizzazione, rafforzare la capacità autoregolatoria e rafforzare il senso dell'auto-agency (Muller & Midgley, 2015).

Il focus teorico e tecnico di questo approccio è centrato sul “qui e ora” del rapporto terapeutico. La ricerca empirica nel campo della psicologia dello sviluppo, infatti, ha stabilito come la capacità di mentalizzare sia estremamente precoce negli esseri umani. Tuttavia, il pieno sviluppo di questa capacità è associato alla qualità dei primi legami di attaccamento (Gergely & Unoka, 2008; Allen et al., 2014, Ensink et al., 2014). In questo senso, l’approccio MBT-C Time Limited è centrato sul ripristino di una “buona” relazione attraverso il contatto con il terapeuta: il clinico cerca di comunicare il suo interesse rispetto alle esperienze del bambino e confermandone i gesti, i pensieri e le sensazioni, esplorarne le intenzioni, mira a rafforzarne l’auto-agency (Muller & Midgley, 2015).

Questi elementi sembrano poter essere importanti obiettivi, anche in una visione integrata del cambiamento all’interno del funzionamento globale della personalità. Il lavoro sulla relazione terapeutica nell’MBT-C Time Limited, inoltre, punta a coinvolgere il bambino in prima persona nel processo di cambiamento, stimolando in maniera diretta la sua partecipazione. Tale modalità crea un’esperienza nel bambino di appropriatezza del proprio vissuto, alimentando la sua percezione come individuo attivo promotore di cambiamento.

Questo tipo di intervento terapeutico detiene diversi punti di forza. Si tratta, infatti, di un approccio di natura psicodinamica ed evolutiva che riesce, in una cornice di lavoro a tempo limitato, a orientare le tecniche su un obiettivo preciso che ha impatto su ampie dimensioni di funzionamento del bambino. L'MBT-C time limited, inoltre, è stato costruito ispirandosi a principi clinici e evidenze empiriche e già negli studi preliminari evidenzia buoni risultati in termini di efficacia di esito.

Non solo la teoria della tecnica sembra muoversi da promettenti basi, ma anche la sua dimensione applicativa nel contesto reale di cura. Negli ultimi anni, infatti, le politiche sanitarie internazionali e nazionali hanno prestato grande attenzione alla possibilità di proporre nei centri per la cura mentale terapie sostenibili dal punto di vista economico e temporale per il trattamento di disturbi psichici. Tale prospettiva trattamentale potrebbe andare incontro alla complessità in cui verte la sanità pubblica, la cui necessità è di soddisfare le richieste del territorio attraverso prese in carico efficaci, tempestive e brevi (Kennedy, 2015; Midgley et al., 2017).



Midgley N., Ensink K., Lindqvist K., Malberg N., & Muller N. (2019). Trattamento basato sulla mentalizzazione per bambini (MBT-C). Un approccio time-limited. Edizione italiana a cura di Parolin L., Locati. F. Milano: Raffaello Cortina Editore

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