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  • Immagine del redattoreStudio I.F.P Milano

La guerra spiegata dai bambini


Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola a mezzogiorno. Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno, né di notte, né per mare, né per terra: per esempio, la guerra.


G.Rodari


di Silvia Valadè e Marta Tironi


Rocco ha 10 anni, una zazzera di capelli arricciolati, un dito del piede più lungo di un altro e porta l’apparecchio. Gli piace sfrecciare sullo skateboard, ma non si allontana mai troppo da casa.

Alberto ha 5 anni, sa sedersi con le gambe incrociate e rotolare la lingua sul palato. Ha due occhi grandi grandi e tondi tondi e gli piace costruire i castelli con i mattoncini Lego.

Sono le nove e stanno giocando insieme sul tappeto della cameretta a costruire barricate, ma né la mamma né il papà si palesano. Eppure, è già passata l’ora di andare a letto.


Rocco, ma di cosa parlavano mamma e papà? La mamma aveva la voce delle cose difficili, delle cose brutte.

Cosa vuoi saperne tu che sei piccolo!

Sono piccolo ma ho le orecchie come te e anche la testa e gli occhi. E poi guarda, ti arrivo già fin qui.

Sei il più piccolo quindi anche i tuoi pensieri sono piccoli, non puoi usare il coltello a tavola e non arrivi al lavandino

Non capisci niente, lo dico sempre io! Guarda che i pensieri sono gli stessi, solo che i miei stanno nello spazio dei piccoli, e anche i tuoi, mentre quelli della mamma e del papà stanno nello spazio dei grandi. Ecco!

Umh, forse, comunque sì mamma era preoccupata

Ha detto “Prima il Virus, ora questo”, ma questo chi?

Non è un chi, credo sia un cosa

Si dice “una cosa”

No zuccone, un che cosa

Non ho capito…

Parlavano di cose da grandi, di quelle che ti spiegano dopo, che poi il dopo non arriva mai

Come quando gli ho chiesto dove nascono i bambini?

Eh quelle cose lì

Ma non stanno nascendo bambini, vero?!

No, mi sa che stavolta qualcuno l’ha fatta grossa

Sarebbe…?

C’è qualcuno di adulto da qualche parte del mondo che ha deciso di prendere dei pezzi di terra che non sono suoi, ma lì già ci abita qualcuno e quelli non sono mica d’accordo!

Bè, se qualcuno prende le mie cose a me non piace (tra sé e sé: però mi frego quelle degli altri a volte)

Però quando quei grandi lì lo fanno non si rubano mica i giochi o i pennarelli, quelli si rubano le case, le città, gli aereoporti e per difendersi non si picchiano, si sparano le bombe. Booom!

Aaaaah, ho capito, come nei cartoni?

Sì ma poi quello che succede dopo rimane per davvero però, anzi rimane per sempre.

Quando dura per sempre?

Eh…sempre dura per sempre, Alberto.

Fino a sera?

Di più.

Anche di più della punizione “NON VEDRAI I VIDEO FINO A NATALE PROSSIMO!”?

Boh, credo di sì.

Ma scusa, Rocco, allora si fanno i dispetti? O bisticciano?

Eh no, Alberto, vedi che sei piccolo? Quando gli adulti fanno questa cosa non bisticciano, non fanno a botte o litigano, quando fanno questa cosa lei si chiama guerra.

A me piace un sacco giocare alla guerra, tutti si sparano, tutti muoiono, esplodono BUMMM bang bang arghhh.

Sì, ma credo che lì non è un gioco e poi è per sempre.

Ah, per sempre ho capito che è una cosa lunga, sembra anche una cosa seria.

Seria come la faccia della mamma e del papà. Gli ho chiesto il cioccolatino e mi hanno detto subito sì. Strano vero?

Eh, l’hai detto tu, erano seri.

Talmente seri che tutto il mondo ha paura, persino i grandi hanno paura, anche quelli alla televisione. Tutti parlano, scrivono, dicono cose complicatissime e fanno le minacce di cose ancora più difficili e io lì poi non capisco più niente.

Io non è che ho capito bene nemmeno l’inizio, Rocco…

I grandi, insomma gli adulti, hanno iniziato una guerra per dei posti che uno vuole e che un altro già abita. Ma non è un gioco, le persone si fanno male, hanno paura, e piangono tutti, tutte le persone di tutte le età.

E ora?

Ora si sono seduti ai due lati di un lungo tavolo e provano a parlare.

E perché adesso vogliono parlare?

Beh, provano a cercare di trovare una soluzione.

Soluzione? Tipo mettersi d’accordo?

Si, magari riescono a mettersi d’accordo, se si parlano. E smettono di farci preoccupare tutti quanti. Che io vorrei uscire con lo skate, ma se la mamma e il papà sono preoccupati non mi va tanto.

Speriamo che riescano.

Eh, speriamo.

E noi intanto che facciamo?

Credo sia avanzata la torta della nonna. Finché non arrivano a metterci a letto, continuiamo a giocare. Vuoi i Lego o i Pokemon?

E come facciamo a sapere quando finisce, la guerra?

Guardiamo ancora la faccia di mamma e papà per capire come gira il mondo. E…magari da grandi inventeremo una cosa super!

Cosa, Rocco? Cosa? Cosa?

Un modo per fare la rabbia e far passare la paura senza farci male.

Non so se ho capito tanto bene, ma quello grande sei tu. Adesso giochiamo?




Credits: immagine di Emma Giuliani

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